giovedì 23 agosto 2007
...ora basta.
Ogni volta che apro Google News devo trattenere i conati di vomito nel constatare, a pochi click di distanza, la spudorata faziosità dei giornalisti che -fedeli alle altrettanto faziose testate- dipingono le notizie secondo i comodi del potere che li tiene in piedi.
Ogni volta che c'è qualche evento mediatico che "sembra destare" interesse, devo trattenere i conati di vomito nel vedere il costante sciacallaggio dei miei pseudo-colleghi (non chiamatemi giornalista se il mestiere consiste in questo) giudicando senza sapere, raccontando senza informarsi per creare tanta "fiction", tanto "infotainment", una merda di "reality" intorno alle tragedie che però sono vere, come veri sono i sentimenti di chi ne rimane vittima.
Sono "tre più uno" gli episodi che fanno da emblema a questa merda di mercato mediatico odierno.
Il primo, piuttosto antico, dello tsunami dell'anno scorso. Giorni e giorni a martellare su due o tre eventi chiave, infarcendo il resto con rotture di coglioni a viaggiatori stravolti, con testimonianze assolutamente inutili ai fini della notiza stessa, e fiumi di inutili parole per spremere fino all'ultimo istante quel poco di rassegnata attenzione che la gente, ormai stufa del mare di merda che questi "giornalisti" continuano a rimpinguare, riesce a dare quando accade qualcosa di così insolito.
Il secondo, e qui non credo ci siano dubbi, la morte del Papa. Neanche il mio Canale è sfuggito alla voglia di seguire il branco, buttarsi nel mucchio, e proporre qualche ora di video dedicati al Papa quando era in vita (un canale 100% dedicato AI MOTORI!!!). Quel pover'uomo è morto di vecchiaia in un mondo che gli ha succhiato via inascoltati viaggi per cercare la pace. Quando è morto sembrava che lo stesso mondo sarebbe finito senza la sua celestiale guida (quando nessuno, e dico NESSUNO se l'è mai inculato quando era in vita). Il potere mediatico alla sua massima potenza: migliaia di persone si sono riversate in zona Vaticano per vedere la salma di un pover'uomo morto in nome di una causa superiore, un corpo verdognolo esposto per la gioia di giornalisti e prostituti della notizia che così hanno rimpinguato un po' le casse grazie al bilancio Auditel in positivo.
Persone che in Chiesa ai suoi funerali hanno pianto lacrime di coccodrillo e oggi già se ne sono dimenticati, perché "morto un Papa se ne fa un altro".
Oggi la novità. Le cuggggine di quella povera disgraziata di Chiara Poggi. I giornalisti se la sono cantata e ballata da soli, come al solito: PRIMA le hanno adocchiate, le hanno "circuite", gli hanno dato quei 15 minuti di celebrità con ore e ore di girato, migliaia di scatti e decine di interviste. Le cugggggine sono parenti della vittima nella stessa misura degli altri elementi della famiglia, INUTILI ai fini della notizia, EQUIVALENTI a qualsiasi altro membro.
Poco gliene frega a questi cari "giornalisti", tutto fa brodo, soprattutto quando poi si fanno soldi e carriera.
E quindi interviste, indagini, domande scomode ma solo a loro che -foto alla mano- sono le più fighe, le più televisive, le più controverse.
Gli stessi elementi, gli stessi "giornalisti" hanno POI gridato allo scandalo, hanno tacciato le due sorelle di "velinismo", di prostituzione mediatica, di sciacallaggio.
Sciacallaggio di cosa? Velinismo grazie a chi? CHI gli ha dato lo spazio, CHI ha sciacallato una famiglia cercando inutili dettagli, alla morbosa ricerca di uno scoop che tra qualche settimana sarà soltanto l'ennesima goccia nel mare di merda mediatico? Chi cazzo sei tu, giornalista generico da quattro soldi, per ravanare nei ricordi di una ragazza morta, nelle personalità di adolescenti sconvolte per una perdita, per trarne giudizi COMMERCIALMENTE APPETIBILI, che distorcano la verità purché diventi interessante, pubblicabile e favorevole ai poteri di cui sopra?
Se i principi fossero stati "sani", nessuno avrebbe dato tutto questo peso a due ragazze che si sono "acchittate" davanti all'occhio indiscreto che la dittatura mediatica gli ha voluto mettere addosso. Il problema non sono LORO che si sono acchittate, sono I GIORNALISTI che per qualche spiccio in più a fine mese sono pronti a SPUTTANARE una famiglia e rendere invivibile un momento di trageida, di scoramento, di tristezza. Senza contare il ricordo che i familiari avranno di questo periodo.
Non frega a nessuno se quelle due deficenti hanno mentito e hanno fatto fare un fotomontaggio, perché l'unico scopo di una notizia simile è quello di provocare lo SDEGNO di persone finte benpensanti che, richiusa la rivista o spento il televisore, se ne sbattono i coglioni di una fotografia ritoccata, di occhiali di gucci e di una povera crista che è morta con il cranio fracassato.
Perché la gente, per sopravvivere alle cazzate sulle tragedie che raccontate, si veste di cinismo e distacco emotivo.
Lo stesso cinismo criminale che utilizzate per spacciare una marchetta mediatica in racconto della verità.
Cambio il nome della mia professione, da oggi nel mio profilo non scriverò più "giornalista" ma "impiegato".
Ogni volta che apro Google News devo trattenere i conati di vomito nel constatare, a pochi click di distanza, la spudorata faziosità dei giornalisti che -fedeli alle altrettanto faziose testate- dipingono le notizie secondo i comodi del potere che li tiene in piedi.
Ogni volta che c'è qualche evento mediatico che "sembra destare" interesse, devo trattenere i conati di vomito nel vedere il costante sciacallaggio dei miei pseudo-colleghi (non chiamatemi giornalista se il mestiere consiste in questo) giudicando senza sapere, raccontando senza informarsi per creare tanta "fiction", tanto "infotainment", una merda di "reality" intorno alle tragedie che però sono vere, come veri sono i sentimenti di chi ne rimane vittima.
Sono "tre più uno" gli episodi che fanno da emblema a questa merda di mercato mediatico odierno.
Il primo, piuttosto antico, dello tsunami dell'anno scorso. Giorni e giorni a martellare su due o tre eventi chiave, infarcendo il resto con rotture di coglioni a viaggiatori stravolti, con testimonianze assolutamente inutili ai fini della notiza stessa, e fiumi di inutili parole per spremere fino all'ultimo istante quel poco di rassegnata attenzione che la gente, ormai stufa del mare di merda che questi "giornalisti" continuano a rimpinguare, riesce a dare quando accade qualcosa di così insolito.
Il secondo, e qui non credo ci siano dubbi, la morte del Papa. Neanche il mio Canale è sfuggito alla voglia di seguire il branco, buttarsi nel mucchio, e proporre qualche ora di video dedicati al Papa quando era in vita (un canale 100% dedicato AI MOTORI!!!). Quel pover'uomo è morto di vecchiaia in un mondo che gli ha succhiato via inascoltati viaggi per cercare la pace. Quando è morto sembrava che lo stesso mondo sarebbe finito senza la sua celestiale guida (quando nessuno, e dico NESSUNO se l'è mai inculato quando era in vita). Il potere mediatico alla sua massima potenza: migliaia di persone si sono riversate in zona Vaticano per vedere la salma di un pover'uomo morto in nome di una causa superiore, un corpo verdognolo esposto per la gioia di giornalisti e prostituti della notizia che così hanno rimpinguato un po' le casse grazie al bilancio Auditel in positivo.
Persone che in Chiesa ai suoi funerali hanno pianto lacrime di coccodrillo e oggi già se ne sono dimenticati, perché "morto un Papa se ne fa un altro".
Oggi la novità. Le cuggggine di quella povera disgraziata di Chiara Poggi. I giornalisti se la sono cantata e ballata da soli, come al solito: PRIMA le hanno adocchiate, le hanno "circuite", gli hanno dato quei 15 minuti di celebrità con ore e ore di girato, migliaia di scatti e decine di interviste. Le cugggggine sono parenti della vittima nella stessa misura degli altri elementi della famiglia, INUTILI ai fini della notizia, EQUIVALENTI a qualsiasi altro membro.
Poco gliene frega a questi cari "giornalisti", tutto fa brodo, soprattutto quando poi si fanno soldi e carriera.
E quindi interviste, indagini, domande scomode ma solo a loro che -foto alla mano- sono le più fighe, le più televisive, le più controverse.
Gli stessi elementi, gli stessi "giornalisti" hanno POI gridato allo scandalo, hanno tacciato le due sorelle di "velinismo", di prostituzione mediatica, di sciacallaggio.
Sciacallaggio di cosa? Velinismo grazie a chi? CHI gli ha dato lo spazio, CHI ha sciacallato una famiglia cercando inutili dettagli, alla morbosa ricerca di uno scoop che tra qualche settimana sarà soltanto l'ennesima goccia nel mare di merda mediatico? Chi cazzo sei tu, giornalista generico da quattro soldi, per ravanare nei ricordi di una ragazza morta, nelle personalità di adolescenti sconvolte per una perdita, per trarne giudizi COMMERCIALMENTE APPETIBILI, che distorcano la verità purché diventi interessante, pubblicabile e favorevole ai poteri di cui sopra?
Se i principi fossero stati "sani", nessuno avrebbe dato tutto questo peso a due ragazze che si sono "acchittate" davanti all'occhio indiscreto che la dittatura mediatica gli ha voluto mettere addosso. Il problema non sono LORO che si sono acchittate, sono I GIORNALISTI che per qualche spiccio in più a fine mese sono pronti a SPUTTANARE una famiglia e rendere invivibile un momento di trageida, di scoramento, di tristezza. Senza contare il ricordo che i familiari avranno di questo periodo.
Non frega a nessuno se quelle due deficenti hanno mentito e hanno fatto fare un fotomontaggio, perché l'unico scopo di una notizia simile è quello di provocare lo SDEGNO di persone finte benpensanti che, richiusa la rivista o spento il televisore, se ne sbattono i coglioni di una fotografia ritoccata, di occhiali di gucci e di una povera crista che è morta con il cranio fracassato.
Perché la gente, per sopravvivere alle cazzate sulle tragedie che raccontate, si veste di cinismo e distacco emotivo.
Lo stesso cinismo criminale che utilizzate per spacciare una marchetta mediatica in racconto della verità.
Cambio il nome della mia professione, da oggi nel mio profilo non scriverò più "giornalista" ma "impiegato".
Etichette: notizie dal mondo, scazzo